Marsala: gatta lapidata e uccisa da un gruppo di adolescenti – FOTO

Marsala: gatta lapidata e uccisa da un gruppo di adolescenti – FOTO

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(Facebook)

Choc a Marsala, provincia di Trapani: gatta lapidata e uccisa da un gruppo di adolescenti, su Facebook pubblicate le foto dell’orrore.

Un episodio di brutale violenza nei confronti di una gatta indifesa viene denunciato dall’Oipa di Marsala: un gruppo di adolescenti l’avrebbe massacrata a colpi di pietra nel centro della cittadina, in via Fortuna. Alla gatta sarebbe stata fracassata la mandibola. Una foto della povera gatta martoriata è stata pubblicata sulla sezione “annunci locali” della pagina Facebook dell’Oipa di Marsala. Questa la denuncia di Giusy Milù: “Un gruppo di ragazzini sadici si aggira per le vie del centro trucidando poveri animali indifesi. Se qualcuno dovesse assistere a una scena del genere è pregato di bloccare questi esseri indegni e chiamare le forze dell’ordine ordine”. Il fatto non è passato inosservato e sono decine i commenti indignati.

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Le reazioni all’uccisione della gatta a Marsala

C’è chi denuncia un atteggiamento omertoso dei residenti: “Scusate ma chi ha visto non poteva fermarli? Io solitamente faccio così, da sempre! Se sappiamo cosa è successo qualcuno ha visto! E quel qualcuno non poteva scendere e fare scappare il gatto o prenderlo?”, scrive Raffaella. C’è chi le replica: “Quando vivevo giù ne ho viste di queste cose, la gente ha paura di intervenire. E puoi stare sicura che il colpevole tornerà alle giostrine a divertirsi”.

Durissimo un altro commento al brutto episodio di violenza: “Chi cresce un figlio nel migliore dei modi insegna come ABC che gli animali , e tutti gli esseri indifesi vanno tutelati e rispettati. Mi spiace ma non credo che questi beceri siano cresciuti in famiglie degne di essere chiamate tali. Chi arreca dolore ad un povero animale non si creerà problemi nel farne ad un suo simile”. Oltre a denunciare, bisognerebbe correre ai ripari con campagne di informazione e sensibilizzazione. Infatti, oltre alle famiglie anche la scuola e il mondo dell’associazionismo hanno il dovere di intervenire per fare in modo che questi episodi non si ripetano.

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