È morto Cobby: scimpanzé “famoso” e più vecchio d’America

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By Davide

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Alla veneranda età di 63 anni è morto Cobby: lo scimpanzé “famoso” e più vecchio d’America. Era tenuto in cattività all’interno di uno zoo americano. Dietro la sua morta si apre sempre il solito e acceso dibattito. Ma non solo questo: anche il rischio estinzione.

Morto Scimpanzé Cobby
Lo scimpanzé Cobby in primo piano (Facebook)

Quando qualcuno ci lascia, per sempre, a lasciarci non è però il dolore. Anche se la morte, ormai obliata in questa società consumistica, dovremmo considerarla come parte integrante di questa vita. Il famoso passaggio che tutti noi sembriamo ormai evitare, invece di prenderla in considerazione sul serio, come facevano alcune civiltà prima di noi. Rimane comunque un fatto: la morte porta via dei veri e proprio affetti. Ancor di più se ad andare via è qualcuno di famoso, non per vanità, ma per ciò che ha regalato nel corso della sua esistenza. Com’è successo allo scimpanzé Cobby, che in America era una vera e propria star e il più vecchio di tutto. Si spegne definitivamente all’età di 63 anni, un periodo davvero lungo per un esemplare della sua specie. Ma era tenuto in cattività dentro uno zoo. Così si apre, ancora una volta, il solito e acceso dibattito.

Lo scimpanzé Cobby se ne va via per sempre: cosa ci narra la sua morte? Dibattito aperto!

Morto Scimpanzé Cobby
Lo scimpanzé Cobby in cima allo zoo (Facebook)

Era conosciuto come lo scimpanzé più vecchio d’America. Famoso per aver interpretato un ruolo da attore nella fiction Cobby’s Hobbies, uno show americano rivolto ai bambini, con l’esemplare costretto a vestire dei panni umani. Show che andò in onda fino al 1964. Dopo le battute finali Cobby fu donato a uno zoo californiano.

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Nello zoo appena citato ci è restato per il resto dei suoi giorni. Se da una parte se ne va un’icona, dall’altro lato, la domanda è più che lecita: ma davvero ci servono delle icone a mo’ di animale da addestrate e utilizzare in televisione? Su questo punto il dialogo è sempre aperto.

Se è vero che in tempi non sospetti sembrano esserci state delle generazioni spente, senza il gusto del pensiero, oggigiorno il discorso è diverso. Certi episodi non si vogliono più vedere. Episodi in tutti i sensi. È giusto addestrare un animale per uno show televisivo? Non è un aspetto simile al circo? E altro ancora. Tutti quesiti che, ahinoi, vengono aperti solo dopo le morti di alcuni “personaggi famosi”.

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Dovremmo invece soffermarci a pensarle prime certe cose. Per evitare certi danni. L’altro problema, a cui è legato Cobby, direttamente e indirettamente, è quello della specie. Per via della caccia, della deforestazione e delle malattia (tutti aspetti portati dal consumo dell’essere umano) la specie degli scimpanzé è a rischio estinzione. In Africa se ne contano tra i centomila e duecentomila esemplari. Un numero troppo basso. Che tutti questi aspetti, in punto di morte e di vita, ci inducano, ancora una volta, a una profonda riflessione.

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