Orsa F36 ha perso la vita: “hanno agito con crudeltà e senza motivo”

L’orsa F36 è stata uccisa: il suo corpo senza vita trovato nei boschi trentini, ora due cacciatori dovranno affrontare il processo.

La storia dell’orsa F36 continua a far discutere. Due uomini, entrambi settantenni e appassionati di caccia, finiranno a processo con l’accusa di averla uccisa senza alcuna necessità.

mamma orsa e cucciolo
Orsa F36 ha perso la vita: “hanno agito con crudeltà e senza motivo” – amoreaquattrozampe.it

Il rinvio a giudizio è stato fissato dal Tribunale di Trento per il 9 febbraio e arriva dopo mesi di indagini, polemiche e battaglie legali da parte delle associazioni animaliste.

F36: l’orsa uccisa in Trentino senza un perché

Tutto parte dall’estate del 2023, quando F36, una femmina che aveva anche un cucciolo, venne avvistata più volte nella zona di Roncone e delle Giudicarie. Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, firmò un’ordinanza di abbattimento, sostenendo che l’orsa fosse pericolosa. Ma quell’ordinanza venne subito bloccata dai ricorsi delle associazioni, fino a quando il Consiglio di Stato la dichiarò illegittima.

mamma orsa e cuccioli in un prato
F36: l’orsa uccisa in Trentino senza un perché – amoreaquattrozampe.it

Sembrava che F36 fosse salva, e invece no. Il 27 settembre 2023 il suo corpo senza vita venne trovato nei boschi di Sella Giudicarie. Era stata colpita da un’arma da fuoco. La necroscopia parlò chiaro: un proiettile aveva attraversato il torace provocando uno shock fatale. Attorno al punto d’impatto, la pelliccia era stata rasata, probabilmente per cancellare le tracce di polvere da sparo.

Le indagini sui cacciatori che hanno ucciso l’orsa F36

Gli investigatori si concentrarono su quattro cacciatori che quel giorno si trovavano in zona, grazie alle denunce di uscita di caccia e ai cellulari agganciati alle celle. All’inizio la Procura pensò di archiviare per mancanza di prove, ma le associazioni animaliste non ci stettero: presentarono opposizioni, perizie, consulenze tecniche. Alla fine, due di quegli uomini sono stati formalmente accusati di aver ucciso l’orsa per crudeltà e senza alcun pericolo reale.

Il dettaglio che pesa di più è proprio questo: F36 non stava minacciando nessuno. Non era aggressiva né “confidente”, cioè troppo abituata alla presenza dell’uomo. Eppure è stata abbattuta con un colpo secco.

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La voce delle associazioni

La decisione di portare i due cacciatori in tribunale è stata accolta con soddisfazione da tante sigle animaliste. La Leal ha parlato di un “atto di crudeltà inaudito” e promette di costituirsi parte civile per chiedere giustizia. Anche l’Oipa sottolinea come questo processo sia un passo avanti non solo per F36, ma per la tutela di tutta la fauna selvatica. La Leidaa, guidata da Michela Vittoria Brambilla, ricorda di aver presentato denuncia già subito dopo il ritrovamento del corpo, e oggi vede nel rinvio a giudizio uno spiraglio di giustizia.

La storia di F36 è diventata il simbolo di un conflitto che in Trentino va avanti da anni: quello tra la convivenza con gli orsi e la gestione degli abbattimenti. Per molti, la sua uccisione non è stata solo la perdita di un animale, ma un atto che ha messo in discussione il rispetto verso una specie protetta e preziosa. Ora si attende il processo, con la speranza che finalmente qualcuno sia chiamato a rispondere di ciò che è successo.

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