Prima di morire, deve fare la cosa più difficile: dire addio per sempre ai suoi cani

Prima di morire, deve fare la cosa più difficile: dire addio per sempre ai suoi cani. La triste storia dell’anziano uomo di 86 anni.

l'ultimo addio in ospedale
L’ultimo addio in ospedale da parte di un anziano signore ai suoi due amati cani (Foto Canva-amoreaquattrozampe.it)

Dall’Italia arriva la storia del signor Elvio, un anziano di 86 anni ricoverato presso l’ospedale di Imola. Una storia triste e commovente che ha squarciato il velo della solitudine delle cliniche ospedaliere, ricordando che la cura non passa solo attraverso la somministrazione di farmaci ma anche attraverso il riconoscimento della dignità affettiva del paziente. L’uomo, malato in fin di vita, ha avuto la possibilità di dire addio per sempre ai suoi cani grazie alla decisione presa dall’ospedale di far entrare gli animali nella clinica.

I cani in ospedale per l’ultimo saluto al loro amato umano: la storia del signor Elvio ricoverato in una clinica di Imola

Il signor Elvio è stato colpito da un grave ictus nell’ottobre scorso e si trovava in una condizione clinica ormai irreversibile. L’86enne ha espresso un desiderio che per molti potrebbe apparire secondario, ma che per lui rappresentava l’ultimo legame con il mondo: rivedere Piero e Gilda, i suoi due cani, compagni di una vita intera.

cane saluta il suo umano in ospedale
Il cane saluta il suo umano in ospedale dicendogli addio per sempre (Foto Canva-amoreaquattrozampe.it)

In una struttura sanitaria tradizionale, le regole igienico-sanitarie sono rigide per necessità. L’ingresso di animali nei reparti di degenza è solitamente vietato o strettamente limitato a casi di pet-therapy certificata. Tuttavia, la direzione sanitaria di Imola ha scelto di percorrere una strada diversa: quella della deroga etica. per garantire il benessere psicologico del paziente, ma senza rinunciare alla sicurezza. Il protocollo è diventato uno strumento per facilitare l’incontro, anziché un muro per impedirne la realizzazione. Dopo aver verificato i certificati veterinari e la documentazione sanitaria degli animali, l’ospedale ha concesso un’autorizzazione in via straordinaria: l’ingresso dei quattro zampe del signor Elvio.

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L’incontro tra Elvio, Piero e Gilda è avvenuto in quel silenzio denso che caratterizza i momenti di addio. Nonostante le pesanti limitazioni fisiche imposte dall’ictus, Elvio ha trovato la forza di allungare una mano per accarezzare il pelo dei suoi amici a quattro zampe. Sua figlia Maurizia, testimone del momento, ha raccontato di come le parole fossero diventate superflue. “Non riusciva a parlare bene, ma mi ha sussurrato che era felicissimo”, ha dichiarato. In quel sussurro è racchiuso il senso profondo della qualità della vita nelle cure palliative: la felicità non è l’assenza di malattia, ma la presenza di amore.

cane saluta il suo umano in ospedale
La storia del signor Elvio, un anziano di 86 anni ricoverato presso l’ospedale di Imola (Foto Canva-amoreaquattrozampe.it)

Pochi giorni dopo quell’incontro, Elvio si è spento. L’uomo è morto serenamente, portando con sé la gioia dell’ultimo saluto ai suoi cani. La scelta dell’ospedale di Imola non è solo un gesto di gentilezza, ma un atto politico e scientifico che si inserisce nel dibattito sull’umanizzazione degli spazi ospedalieri. Da anni, studi di psicologia clinica e sociologia della salute sottolineano come l’ambiente ospedaliero, se vissuto come una prigione tecnologica, possa accelerare il decadimento cognitivo e aumentare lo stress dei pazienti terminali.

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Rendere l’ospedale un luogo umano significa permettere ai familiari e agli affetti (animali compresi) di far parte del percorso di cura. Ma significa anche riconoscere che il paziente è una persona con una storia, non solo un numero di cartella clinica. L’ospedale stesso, nel comunicare la notizia sui social, ha ribadito questo concetto con forza: “Ci sono regole e procedure da rispettare, ma umanizzare l’ospedale è anche questo”. È un messaggio potente rivolto a tutto il sistema sanitario nazionale: la professionalità non si misura solo dalla precisione di un intervento chirurgico, ma anche dalla capacità di gestire la fragilità umana con empatia.

cane saluta il suo umano in ospedale
L’ultimo saluto al signor Elvio, un anziano di 86 anni ricoverato presso l’ospedale di Imola, da parte dei suoi cani (Foto Canva-amoreaquattrozampe.it)

La vicenda di Elvio riaccende i riflettori sull’importanza degli animali domestici nella vita degli anziani. Per molti, un cane o un gatto non sono semplicemente “animali da compagnia”, ma membri del nucleo familiare, spesso gli unici compagni costanti in una fase della vita segnata dalla perdita di amici e coetanei. Come è dimostrato da diverse ricerche, i proprietari di cani e gatti riescono a mantenersi più calmi e rilassati in contesti stressanti rispetto alle persone che non ne possiedono uno. Il cuore, in particolare, è il primo organo a ricevere benefici dovuti alla presenza costante di un felino domestico. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università del Michigan presentato al congresso annuale dell’American Academy of Neurology, la compagnia di cani e gatti può ridurre il declino cognitivo negli anziani.

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I benefici dovuti alla presenza degli animali domestici sulla salute delle persone sono ormai noti e dimostrati da diversi studi medici e psicologici. Proprio per questo motivo, spesso le strutture ospedaliere sono andate contro le proprie regole, permettendo agli animali di far visita ai loro umani ricoverati. Per evitare il contatto con altri pazienti, gli animali potranno entrare nell’ospedale solo attraverso un ingresso separato, dedicato appositamente a loro così da ridurre al minimo i rischi di contaminazione e garantire la sicurezza di tutti i pazienti. (di Elisabetta Guglielmi)

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