Tigre legata con dei lacci d’acciaio: la stavano uccidendo a poco a poco – FOTO

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By Elisabetta Guglielmi

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I lacci d’acciaio nei quali era rimasta intrappolata la stavano uccidendo lentamente: il salvataggio della tigre rimasta legata per tre giorni in Malaysia.

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Una tigre in Malaysia è rimasta per tre giorni bloccata in una trappola mortale (Screenshot foto Facebook – Jabatan PERHILITAN Semenanjung Malaysia – amoreaquattrozampe.it)

Cavi metallici, fili di nylon, frizioni di vecchie biciclette, corde. Un elenco di materiali comuni ed economici che con grandissima semplicità ed estrema crudeltà vengono trasformati ogni anno in dodici milioni di trappole mortali per gli animali: strumenti di tortura micidiali che in Cambogia, Laos e Vietnam, portano alla morte lenta e dolorosissima di innumerevoli specie di mammiferi, prima tra tutti la tigre. E sarebbe stato questo anche il destino di una povera tigre malese se una squadra del Dipartimento fauna selvatica non fosse riuscita a salvarla dopo una lunga operazione di soccorso durata tre giorni.

Il salvataggio di una tigre malese dai lacci di acciaio che la intrappolavano: la lenta agonia a cui sono sottoposti sempre più animali

Malaysia tigre intrappolata salvata
Una tigre in Malaysia è rimasta per tre giorni bloccata in una trappola mortale (Screenshot foto Facebook – Jabatan PERHILITAN Semenanjung Malaysia – amoreaquattrozampe.it)

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In Malaysia (nota in italiano anche come Malaisia o Malesia), uno Stato federale dell’Asia sudorientale, a Felda Kerteh nel sultanato del Terengganu, una tigre è caduta in una trappola mortale. Sono stati necessari tre giorni, dal 29 al 31 marzo scorsi, perché i soccorritori riuscissero a liberarla dai lacci d’acciaio che la stavano lentamente uccidendo. L’operazione ha richiesto l’intervento delle forze del Dipartimento di fauna selvatica del Ministero dell’Ambiente e del Cambiamento Climatico della Malaysia e del personale della Wildlife Conservation Division. Le foto del salvataggio sono state poi condivise sulla pagina Facebook ufficiale del Department of Wildlife and National Parks (@Jabatan PERHILITAN Semenanjung Malaysia).

La tigre liberata, un meraviglioso esemplare di oltre cento chilogrammi di peso, è stata condotta presso il National Wildlife Rescue Centre (NWRC) nel sultanato del Perak, un centro di conservazione per la fauna selvatica dove è stata sottoposta alle prime cure. Al momento, le condizioni dell’animale sono stabili: in breve tempo dovrebbe riprendersi e venire liberata in natura.

Purtroppo, però, non tutti gli animali che finiscono in quel genere di trappole sono altrettanto fortunati. Il numero di trappole posizionate dai bracconieri di animali selvatici in Malaysia come nel resto del sud est asiatico è in crescente aumento, tanto che il WWF stima un numero di oltre dodici milioni di trappole piazzate nelle aree protette della Cambogia, della Repubblica Democratica Popolare del Laos e del Vietnam.

Isabella Pratesi, responsabile per la fauna selvatica del WWF, ha spiegato che «In Malaysia le trappole sono la prima causa che ha fatto crollare il numero di tigri a meno di 150 individui. Dal 2016 al 2018 nel Parco del Belum – Temengor una delle foreste più antiche del pianeta, dove sopravvivono tigri malesi e rinoceronti di Sumatra, il numero delle tigri si è dimezzato».

Le tigri sono infatti una delle specie più minacciate al mondo: si stima che degli oltre centomila individui presenti agli inizi del secolo scorso siano rimasti oggi in natura solo circa quattromila e novecento esemplari liberi. La responsabile per la fauna selvatica del WWF ricorda che «l’ultimo rapporto “Skin and Bones”(Pelle e Ossa) del programma TRAFFIC (programma congiunto del World Wide Fund for Nature (WWF) e dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha rilevato che almeno 3.377 tigri sono state sequestrate in duemila e duecento azioni tra il gennaio 2000 e il giugno 2022 nei cinquanta stati e territori analizzati: in media centocinquanta tigri sequestrate ogni anno. Un dato gravissimo, che si aggiunge ai dodici milioni di lacci rinvenuti in prossimità delle aree protette di Cambogia, Laos e Vietnam, trappole che uccidono indistintamente innumerevoli specie di mammiferi. La tigre è uno di loro».

I cacciatori di frodo catturano le tigri per venderne, in un giro d’affari milionario del commercio illegale, pelle, ossa, denti e carne purtroppo richiestissimi in tutto il mondo, dalla medicina tradizionale cinese all’arredamento. Per intrappolarle e ucciderle, i bracconieri posizionano tra le foglie e nel fitto sottobosco dell’Asia milioni di trappole costituite principalmente da lacci di acciaio che imprigionano chiunque vi passi sopra. Come spiega Isabella Pratesi, «Il laccio di acciaio di cui è fatta una trappola può rompere le ossa dell’animale in un colpo solo. Se si avvolge intorno al suo collo la vittima tenterà di liberarsi, ma più si muoverà più il laccio porterà ad una morte lenta e straziante a causa delle ferite o la farà morire di sete e fame». Queste trappole letali rappresentano la causa di morte per il 59% delle tigri uccise ogni anno e per il 73% dei leopardi uccisi: «L’ultimo rapporto TRAFFIC “Snaring of Big Cats in Mainland Asia” pubblicato dal WWF, infatti, stima che in Bangladesh, Cina, India, Malesia, Nepal, Pakistan e Sri Lanka, fra il 2012 e il 2021 le trappole abbiano ucciso almeno 387 grandi felini, fra cui tigri, leopardi, leopardi delle nevi e leoni asiatici».

Da un lato per alcune specie in pericolo di estinzione soprattutto a causa del bracconaggio e della caccia di frodo sono stati fatti notevoli passi avanti negli ultimi anni (esemplare il caso dei rinoceronti: in India nel 2022 nessun esemplare di questa specie è stato ucciso dai bracconieri per la prima volta in quarantacinque anni). Dall’altro lato invece il numero di animali maltrattati e di specie in pericolo di estinzione uccise continua ad aumentare, soprattutto per la caccia di frodo. Numerosi sono i casi di animali tenuti per l’intera loro vita all’interno di minuscole gabbie, nelle quali conducono un’esistenza tristissima (noto ad esempio è il caso dei leoni Muñeca e Leo, la cui storia d’amore ha commosso tutto il mondo). (di Elisabetta Guglielmi)

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