Il pappagallo più grasso del mondo: qual è e le sue caratteristiche

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By Rossana Buccella

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Buffo e dal piumaggio verde e giallo questo volatile si aggiudica un “grosso” record: è lui il pappagallo più grasso del mondo, scopriamolo.

il pappagallo più grasso del mondo
(Foto Pinterest)

In quasi tutte le aree tropicali e subtropicali del nostro Pianete vivono dei volatili dal piumaggio sgargiante e il becco robusto: appartengono ad un’unica famiglia, quella degli Psittacidi, e sono conosciuti, comunemente, con il nome di pappagalli.

Questo ordine di uccelli conta tantissime specie: se ne stimano circa 350 in tutto il Mondo. Ma purtroppo quasi il 30% è a rischio di estinzione a causa della distruzione delle foreste.

Nessuno può restare impassibile davanti alla loro bellezza, tanto che ad oggi sono classificati tra gli animali da compagnia. Esteticamente meravigliosi e particolari emergono anche per la loro simpatia: danzano a suon di musica e sanno imitare la nostra voce.

Le varietà di pappagalli sono così tante che dire quale più ci piace può risultare davvero impossibile. Ma come per ogni specie animale, anche per i pappagalli esistono delle caratteristiche che li contraddistinguono gli uni dagli altri.

Infatti esiste il pappagallo più grande del Mondo, che è l’Ara Giacinto, poi c’è il pappagallino pigmeo a nuca blu, che è tra i più piccoli di questo ordine, ed anche il pappagallo più grasso del mondo: buffo ma assai longevo andiamo a scoprire di chi si tratta e quali sono le sue caratteristiche.

Il pappagallo più grasso del mondo

Originario della Nuova Zelanda, questo pappagallo davvero buffo ed insolito è un esemplare da record: non solo per il secondo anno si è aggiudicato il titolo di uccello dell’anno (la prima volta nel 2008, la seconda nel 2020) ma è anche il più grasso al mondo.

il Kakapò il più grasso dei pappagalli
(Foto Pinterest)

Curiosi di scoprire il suo nome? Conosciuto anche come “pappagallo notturno” stiamo parlando del Kakapò (o Cacapò), il suo nome scientifico, invece, è Strigops habroptila.

Questo simpatico esemplare deve il suo nome ai guerrieri Maori, per via delle sue abitudini notturne: questi lo cacciavano non solo per la sua carne, appetitoso pasto, ma anche per le piume, pregiate per confezionare indumenti.

Il Kakapò spicca per altre caratteristiche:

  • è uno degli uccelli più longevi;
  • ha un olfatto molto sviluppato: in grado di aiutarlo durante la caccia notturna;
  • è la sola specie di pappagallo incapace di volare. Vi starete chiedendo come mai, ecco il motivo.

Vivendo su isole generalmente prive di predatori e con un’altissima quantità di cibo la sua “evoluzione” lo ha portato ad acquisire un corpo molto robusto ed un aumento della sua efficienza termodinamica.

Questo ha comportato la riduzione della muscolatura delle sue ali, che estremamente piccole e corte non riescono a sostenere il suo peso, non gli permettendogli di volare.

A complicare il tutto è la mancanza della carena sullo sterno: un osso sporgente dove aderiscono i muscoli motori delle ali. Ma seppur non in grado di fargli spiccare il volo hanno due precise e importanti funzioni, questo pappagallo usa le sue ali per:

  • mantenersi in equilibrio;
  • ammortizzare la caduta quando salta da un albero.

Il maschio di questa specie raggiunge in età adulta i 64 centimetri di lunghezza e addirittura i 4 kg di peso: ecco spiegato perché il primato di pappagallo più grasso del mondo.

L’aspetto del Kakapò

Il Kakapò è buffo per i suoi tanti “primati” e particolare nell’aspetto.

Kakapò
(Foto Pinterest)

Il suo morbido piumaggio è di colore giallo e verde, con piccoli schizzi di nero o grigio scuro, che lo rendono davvero particolare. Il viso, che gli dona l’espressione buffa, evidenzia una sorta di disco che circonda il becco:

  • il disco facciale è caratterizzato da sottilissime e delicate piume sensoriali, quasi come le vibrisse dei nostri amici gatti, utili per orientarsi quando cammina;
  • il becco è di colore avorio o grigio, grosso e adunco, perfetto per rompere qualsiasi guscio e “macinare” il cibo.

A guardare il suo volto, ricorda tantissimo un gufo. Altre caratteristiche fisiche:

  • grandi e ricoperte di squame, le zampe presentano degli artigli possenti che lo aiutano nelle sue varie arrampicate;
  • a differenza di tutti gli altri pappagalli, la coda è corta e molte volte risulta usurata, in quanto la trascina costantemente al suolo.

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Alimentazione e riproduzione

Curiosi di scoprire di cosa si nutre il Kakapò e come avviene la sua riproduzione? Scopriamolo.

coppia di Kakapò
(Foto Pinterest)

Cominciamo nel dire che la sua alimentazione varia a seconda della stagione e che è un erbivoro convinto. Si nutre di semi, frutti, polline ed anche dell’alburno degli alberi (ma solo di alcuni) ed ha una sua specialità: adora nutrirsi abbondantemente dei frutti dell’albero di rimu.

Altra strepitosa particolarità del Kakapo? Si accoppia senza formare nessuna “forma coniugale”. Durante il periodo riproduttivo, il maschio del Kakapò fa davvero una cosa strana.

Si arrampica sulla cima più alta di un albero (impresa ardua vista la sua mole) e comincia a gonfiarsi emettendo uno strano suono: questo è il suo modo per richiamare la femmina. Ma non lo fa da solo, con lui ci sono altri maschi e tutti intenti ad eseguire questo strano rituale.

Una volta arrivata la femmina, comincia tra loro una sorta di combattimento al termine del quale sarà lei a scegliere il maschio in base alla sua “performance”. Tutto questo avviene circa ogni cinque anni, quando i frutti di rimu crescono in abbondanza.

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Il Kakapò minacciato di estinzione

Questo simpatico pappagallo verde e giallo e dalle piccole ali è purtroppo in via di estinzione. Ad oggi se ne contano soltanto 153 esemplerai, grazie all’aiuto di numerosi programmi di tutela.

Kakapò in estinzione
(Foto Pinterest)

Alcune stime affermano che in Nuova Zelanda il Kakapò era il terzo uccello per numero di esemplari, numero che purtroppo è andata via via diminuendo, toccando quasi l’estinzione.

Come accennato precedentemente, i primi feroci predatori di questi pappagalli sono stati i Maiori e poi i coloni europei: li cacciavano per la loro carne e per le loro piume.

Successivamente furono i collezionisti a peggiorare significativamente questa triste situazione: l’estinzione venne dichiarata al Nord e al Sud dell’isola ed anche nelle isole più piccole della Nuova Zelanda. A peggiorare la situazione è il fatto che si riproducono solo ogni 5 anni.

Ma nel 1977, grazie ad un gruppo di ricercatori, venne scoperto un piccolissimo “gruppo” di Kakapò, sulle isole Stewart: formato da solo 18 esemplari, ma utili per far partire un programma di salvaguardia della specie e soprattutto di ripopolazione.

Per tutelare il Kakapò, il pappagallo più grande del mondo, i 153 esemplari esistenti vivono in Zoo e all’interno di alcune riserve.

Rossana Buccella

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