Ipercalcemia nel cane: cause, sintomi e cura della malattia

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By Ilaria Grimaldi

Salute dei Cani

Ipercalcemia nel cane, una grave condizione che può colpire l’animale domestico. Vediamo quali sono le cause scatenanti, i diversi sintomi e la cura adatta.

Ipercalcemia nel cane
(Foto Pixabay)

Alcune abitudini o errori commessi nella vita quotidiana dell’amico a quattro zampe possono danneggiare la sua salute e rendere più complicate anche le più semplici attività. Non sempre un cura continua o un rituale di benessere possono fare del bene all’organismo di fido. In questo articolo, parliamo di ipercalcemia nel cane e di cosa fare.

Ipercalcemia nel cane: cause e sintomi tipici

Si tratta di una malattia molto grave da cui può essere colpito l’amico a quattro zampe. L’ipercalcemia nell’animale può avere conseguenze dannose per il suo organismo e influenzare negativamente la sua vita quotidiana. Vediamo quali possono essere le cause e la sua sintomatologia.

Ipercalcemia in fido
(Foto Pexels)

Sono tante le condizioni difficili in cui l’amico fido può ritrovarsi, anche all’improvviso. Ci sono malattie complesse e fastidiose che possono manifestarsi nel peloso e stravolgere la sua vita tranquilla insieme al suo padrone.

Di alcune patologie non è facile accorgersene subito e, anzi, sono capaci di confondere e di lasciare increduli, data la convinzione che il proprio peloso possa stare bene e in salute.

Quando, ad esempio, c’è una forte esposizione solare per bau oppure c’è una ingestione eccessiva di vitamina D che arriva nel suo sangue, ecco che si sviluppa l’ipercalcemia.

L’ipercalcemia nel cane è una patologia grave che può persistere anche per settimane. Ma quali sono le cause scatenanti?

Tra le cause principali della malattia c’è, come abbiamo accennato, l’avvelenamento da vitamina D e anche da cibo, piante o da rodenticidi. Troviamo, poi, la tossicità di alluminio, i tumori nel cane e il cancro.

Anche le malattie ossee possono esserne la causa, insieme all’iperparatiroidismo e ai problemi alle ghiandole surrenali. Infine, l’insufficienza renale del cane è un’altra probabile ragione per lo sviluppo di questo disturbo.

I sintomi tipici della malattia

Nella fase iniziale di ipercalcemia, il cane può presentare segnali poco chiari. Con il passare del tempo, si manifesteranno i sintomi tipici, quali:

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Fido e la sua patologia: diagnosi e cura prevista

Una quantità elevata di vitamina D in fido può essere molto pericolosa a causa dell’aumento di calcio e fosforo nell’arco di 24 ore. Questo disturbo può compromettere la salute dell’animale domestico. Qual è la sua cura? Approfondiamo più avanti.

La malattia del cane
(Foto Unsplash)

L’ipercalcemia del cane va trattata immediatamente se si vogliono evitare ulteriori e spiacevoli problematiche per il peloso: influenzare organi importanti come i reni e il cuore, danneggiando il sistema nervoso.

Se trattata con sufficienza, questa patologia può portare ad un peggioramento generale, con insufficienza renale acuta, il coma e, purtroppo, la morte dell’animale. L’intervento del medico veterinario è assolutamente necessario e deve essere tempestivo.

Attraverso i test di laboratorio specifici, tra cui gli esami del sangue, delle urine e l’esame fisico completo, il veterinario si occuperà di fido verificando le sue condizioni.

Il medico potrebbe richiedere anche l’ecografia sull’apparato uro-genitale ed una radiografia. Per una diagnosi più precisa potrà essere usato l’ago aspirato nella biopsia, utile a escludere la presenza di linfoma o cancro del sangue.

La cura per ipercalcemia nel cane

Nel cane colpito da questa patologia si dovrà fare in modo di gestire una probabile insufficienza renale e diminuire necessariamente i livelli di calcio e fosforo nel sangue.

La cura del soggetto prevede una terapia farmacologica di supporto della durata di alcune settimane. Innanzitutto, è doveroso abituare il peloso ad una dieta povera di calcio durante la terapia.

Altro punto fondamentale, nel corso della sua cura, è l’idratazione con la soluzione fisiologica (0.9% soluzione salina) fino a quando il livello di calcio non si sarà stabilizzato.

Appena si stabilizzeranno i livelli di calcio, fosforo, creatinina e azotemia nel sangue, bisognerà continuare a monitorarne i livelli ogni 24 ore. Nel caso il fosforo dovesse restare alto, si potrà somministrare idrossido di alluminio per via orale.

Per alcuni giorni, infine, il medico potrebbe decidere di prescrivere diuretici in alte dosi, come il prednisone e il desametasone, utili nel trattamento mirato.

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Ilaria G

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