Quanti anni ha il nostro gatto: come riconoscere la sua età

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By Francesca Ciardiello

Gatti

Avete adottato un gatto e non sapete che età ha? Ecco tutte le caratteristiche da riconoscere per stabilire quanti anni ha.

Tutte le caratteristiche per riconoscere l’età di un gatto

Conoscere l’età di un micio non è solo questione di curiosità: collocarlo idealmente in una fascia d’età ben precisa aiuta a capire meglio quali sono le sue esigenze e come fronteggiarle. Di certo un gattino di sei mesi avrà bisogni differenti rispetto a quello di un suo simile più adulto. A meno che non fossimo stati presenti al momento del parto, il risultato di una stima dei suoi anni sarà necessariamente approssimativa, ma almeno non saremo così lontani dal dato esatto. Talvolta gli stessi veterinari non sanno come calcolare l’esatta età di un felino, poiché vi sono alcuni gatti che, esattamente come gli umani, riescono a dimostrare meno della loro effettiva età. Di certo vi sono alcune indicazioni fondamentali ‘da leggere ed interpretare’, come aspetti fisici e comportamentali, per capire l’età anagrafica del nostro gatto.

Le fasi della vita di un gatto

Gatto cucciolo: un gattino appena nato sarà considerato piccolo fino al compimento del primo anno di età. Un micio cresce molto più velocemente di un neonato umano, quindi anche l’età del gatto sarà calcolata in maniera differente. Un mese di vita di un gatto corrisponde a 5-6 mesi di un neonato, i tre mesi felini saranno pari a 2-3 anni dell’uomo, mentre a sei mesi si può pensare alla sterilizzazione del felino. Al compimento del primo anno di età il gatto diventa ‘maggiorenne’ almeno per il corrispettivo umano.

Gatto adulto: l’età adulta di un gatto inizia verso i tre anni e si conclude al compimento del decimo anno di età che corrisponde all’ingresso nell’età della maturità.

Gatto anziano: la terza età del felino inizia dopo i 10 anni. Le aspettative di vita sono di almeno 15 anni (75 anni umani), ma dipendono dalle condizioni di vita, alimentari e naturalmente di salute del gatto.

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Le caratteristiche che rivelano la sua età

Come calcolare l’età del gatto

La dentatura: i denti sono un indizio fondamentale per stabilire, seppur con approssimazione, l’età del gatto. Fino a due settimane il gatto non ha denti: saranno ben visibili solo alla settima settimana di vita. Dai tre ai sette mesi vi sarà il processo di sostituzione dei denti da latte con quelli definitivi che, a differenza dei primi, sono più bianchi e meno opachi. Dopo i due anni di età i denti posteriori assumeranno un colore più giallastro, dovuto al tartaro: quindi il gatto avrà tra i 3 e i 5 anni. Una dentatura totalmente gialla indicherà un’età superiore ai 6 anni, mentre quando saranno radi e cadenti è probabile che abbia più di 10 e meno di 15 anni.

Il pelo: appena nati i gatti hanno tendenzialmente un pelo liscio, soffice, folto e corto. E’ necessario avere particolare cura nello spazzolarlo per rigenerarlo, in quanto vi sarà un ricambio immediato del pelo. E’ buona norma spazzolare il suo manto, poiché questo fa parte dei comportamenti atti a limitare la perdita del pelo del gatto. Man mano che il gatto cresce il pelo perderà di lucentezza, ovvero i follicoli piliferi produrranno sempre meno olio che rende il pelo più brillante: dunque verso i 6 anni il pelo sarà via via più rado, ruvido e con possibili macchie grigie.

Gli occhi: di solito i gattini appena nati tengono gli occhi chiusi e solo dopo la prima settimana li apriranno. Essi saranno dapprima azzurri, limpidi e brillanti, almeno fino al compimento dei due mesi. Naturalmente con l’avanzare dell’età gli occhi potrebbero presentarsi problemi di lacrimazione frequente e cataratta: dopo i 10 anni l’iride si presenta con filamenti con piccoli pigmenti che renderanno l’occhio opaco. E’ bene precisare che la cataratta non è una prerogativa dell’età matura, perché il gatto potrebbe avere di questi problemi anche in età più giovane: in ogni caso è consigliato un consulto dal veterinario.

Le orecchie: appena nati i gattini hanno le orecchie attaccate alla testa, segno che il condotto uditivo felino non si è ancora aperto. Verso i 5-8 giorni saranno visibilmente più aperte, fino all’apertura totale alla seconda-terza settimana.

Il peso: naturalmente esso varia a seconda della età ma anche della razza. Un gattino appena nato peserà molto meno di uno adulto: si stima che nasca intorno a 100 grammi e aumenti di 25 gr al giorno. Al primo mese di vita il peso dovrebbe aggirarsi dai 225 ai 450 grammi. Dopo le 7-8 settimane il peso sarà di poco inferiore ai 900 grammi mentre dai tre mesi in su il gatto aumenterà di 500 grammi al mese fino ai totali 4,5 kg. Verso i 10-15 anni di età il gatto tenderà a dimagrire e a perdere la tonicità muscolare del micio giovane.

Il comportamento: i micetti appena nati non riescono a fare alcun movimento, neppure aprire gli occhi. Solo dal decimo giorno di vita in poi inizieranno a esplorare visivamente ciò che li circonda. Anche se l’equilibrio non è ancora del tutto sviluppato, dopo i primi dieci giorni potrebbero iniziare a muoversi nel territorio. Dopo il mese di vita si mostreranno più vivaci nel gioco, nella caccia e nel pulirsi con la lingua. E’ ovvio che un gatto giovane avrà più energia e vitalità rispetto a un simile più adulto, che tenderà ad essere sedentario, dormiente e inappetente. Tra il primo e i 7 anni il gatto svilupperà pienamente la sua maturità sessuale, la voglia di marcare il territorio con l’urina e la socializzazione con gli umani e i suoi simili. Con l’avanzare dell’età e dei problemi fisici, il gatto potrebbe sviluppare un’aggressività insolita, un atteggiamento più pauroso e diffidente soprattutto nei confronti degli estranei.

Le caratteristiche appena descritte devono essere solo un riferimento, poiché solo un esperto veterinario saprà darvi dei riferimenti più precisi dell’età del vostro gatto. E poi ogni micio è diverso dall’altro: potrebbe anche darsi che il vostro si mantenga attivo e vitale ance in età anziana, come è possibile che un suo simile più giovane abbia dei problemi di salute tipici della maturità. Quindi affidarsi al parere competente del medico sarà sempre un’ottima soluzione.

F.C.

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