Denti del gatto: tutti i rischi e come tenerli sani e puliti

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By Francesca Ciardiello

Gatti, Salute dei Gatti

Sei attento alla bocca del tuo micio? Ecco come prendersi cura dei denti del gatto in modo pratico ed efficace, senza irritarlo.

Denti gatto
Denti del gatto: come curarli e perché è importante pulirli

Placca, problemi gengivali e carie possono tormentare il nostro micio, ma potrebbe essere dura convincerlo a stare fermo per effettuare una profonda e corretta pulizia della bocca. In commercio esistono degli accessori molto utili e pratici, ma è sempre consigliabile consultare il parere del veterinario. Potrebbero esserci alcune difficoltà iniziali, soprattutto a causa di una certa resistenza da parte del gatto: ma non demordete, perché i risultati si vedranno e ne sarà valsa la pena!

Perché pulire i denti al gatto

La pulizia dentale è importante per il gatto così come lo è per l’umano: una dentatura sana evita il rischio di gengiviti, parodontiti e problemi di tartaro. E’ consigliabile procedere con l’operazione di pulizia almeno due volte a settimana, attrezzandosi con strumenti ad hoc: in particolare esistono degli spazzolini piccoli da infilare al dito, con delle setole morbide e gommose che non graffiano le gengive del nostro amico felino. La cosa complicata potrebbe essere convincere il micio a sopportare questa ‘tortura’: basterà fargli prendere l’abitudine! Soprattutto i gatti abituati a mangiare più cibo umido che secco corrono il rischio di tartaro e placca: gli alimenti di questo tipo possono depositarsi sui denti e restarci appiccicati creando un luogo favorevole alla formazione dei batteri. Ciò naturalmente è legato anche a problemi di alitosi che potrebbe essere fastidiosa non tanto per il gatto quanto per il suo padrone. A tal proposito pare che l’erba gatta sia molto utile per rinfrescare la bocca del nostro micio!

La bocca del gatto

Avete mai contato i denti all’interno della piccola bocca del felino? Da cucciolo possiede 24 denti da latte, mentre da adulto ne contiamo 30. Sono tutti utili allo scopo primario del gatto che è quello di cacciare: acciuffare la preda e mangiarla. Nella dentatura standard vi sono 4 canini affilati, lunghi e piuttosto appuntiti, 12 incisivi, 8 premolari e 6 molari: la loro leggera inclinazione verso l’interno consente al gatto di non lasciarsi sfuggire la presa. Il passaggio dalla dentatura da latte a quella da adulto è estremamente importante ed è consigliato sottoporre la bocca alla visita del veterinario: se i denti da adulto dovessero iniziare a fuoriuscire prima che la dentatura da latte non sia del tutto caduta, potrebbero esserci dolorose malformazioni.

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I rischi di una bocca non curata

Un gatto a cui non è effettuata una costante pulizia dentale si riconosce subito, poiché ha un alito piuttosto pesante. Ma l’alitosi non è uno dei principali problemi che possono affliggere il nostro micio: in realtà il problema maggiore è rappresentato dal tartaro, che è difficile da rimuovere. In molti casi il nostro aiuto non basta: serve il veterinario che con appositi strumenti riuscirà a effettuare una pulizia più accurata della bocca. L’intervento dovrà essere effettuato in anestesia e durerà dai 20 ai 30 minuti, durante i quali è necessario che il gatto sia fermo e rilassato per lasciar lavorare al meglio l’esperto. Un altro problema è rappresentato dalle gengiviti mentre le carie sono piuttosto rare seppur non impossibili.

Il tartaro nei gatti

Quando la placca si solidifica e si deposita sul dente diventa tartaro: si tratta di una pellicola trasparente e appiccicosa che si crea dall’unione di batteri e gli zuccheri dei resti del cibo ingerito dal gatto.  In questo modo la placca aderisce non solo ai denti ma anche alle gengive, attaccando non solo lo smalto dei denti attraverso acidi e tossine, ma anche infiammazioni gengivali. La saliva del gatto in realtà dovrebbe essere un’arma naturale contro l’azione erosiva dell’acido, ma spesso è necessario intervenire con uno spazzolino. Se il tartaro non è rimosso in tempo potrebbero crearsi delle carie e a quel punto sarà il veterinario a decidere quando e se provvedere all’estrazione del dente cariato.

La gengivite del gatto

Per gengivite si intende l’infiammazione delle gengive del felino. E’ un deterioramento delle gengive che provoca dapprima fastidi e poi veri e propri dolori che impediscono al gatto di mangiare correttamente: infatti uno dei campanelli d’allarme è proprio il fatto che il gatto abbia difficoltà a masticare. Se il felino inizia a non avere appetito, oppure a preferire alimenti liquidi rispetto a quelli solidi, o ancora un aumento eccessivo della salivazione è il caso di prenotare una visita dall’esperto. Una gengivite non curata potrebbe facilmente causare la caduta dei denti perché ne ha intaccato le radici e i legamenti.

Le fasi della gengivite

Nella prima fase le gengive sono gonfie, arrossate e potrebbero sanguinare copiosamente. Nella seconda fase si notano degli spazi simili a delle tasche tra la gengiva e il dente del felino: man mano che la prima si ritira le radici del dente saranno sempre più scoperte. In una terza fase questi stessi spazi potrebbero infettarsi creando dei veri e propri ascessi, soprattutto a contatto con gli alimenti umidi della sua pappa. Nella fase conclusiva della gengivite i danni saranno ormai irreparabili: l’infiammazione avrà attaccato la radice e porterà alla perdita del dente.

La pulizia dei denti del gatto: gli strumenti adatti

Denti del gatto
Gatto sottoposto a visita dentale dal veterinario

L’operazione di pulizia del gatto può essere effettuata dall’esperto e arrivare a costare anche 100 euro. Dipende non solo dall’onorario del veterinario, ma anche da quante operazioni dovrà effettuare una volta che ha anestetizzato il nostro gatto. Quella dell’anestesia purtroppo è una fase necessaria in quanto pulire i denti del gatto potrebbe essere difficile e anche rischioso poiché tenterebbe di divincolarsi dalla presa. Ma se vogliamo procedere da soli è bene attrezzarsi con alcuni utili strumenti che sarà semplice trovare in commercio. Uno di questi è di sicuro lo snack dentale che aiuta a rimuovere i residui di cibo e le tracce di alimenti tra i denti. Vi sono anche delle polveri particolari da miscelare alla pappa, che contengono ingredienti naturali per sbiancare i denti e prevenire l’alitosi. Esistono anche dei dentifrici in gel o in pasta molle che impedisce la proliferazione dei batteri e ristabilisce l’equilibrio delle mucose. A questo naturalmente bisognerà associare uno spazzolino più piccolo rispetto a quello normale e con delle setole molto morbide. Infine si trovano anche degli spray appositi per prevenire l’azione dannosa della placca e combattere l’alito cattivo.

La pulizia dei denti del gatto: le mosse giuste

Innanzitutto è bene far abituare il gatto all’idea di ritrovarsi le nostre mani in bocca: potrebbe giustamente esserne sorpreso e reagire con violenza a questa nostra inaspettata ‘invasione’. Proviamo a farlo gradualmente e senza coglierlo alla sprovvista: facciamogli sentire che le nostre mani non sono una minaccia. Magari possiamo renderle più ‘gradevoli’ intingendole in una scatoletta di tonno: l’odore lo conquisterà. Nella stessa scatoletta potremmo intingere una garza e poi passargliela sui denti per lasciargli assaporare appieno il gusto del pesce. Una volta attirata la sua fiducia procediamo a passargli lo spazzolino, meglio ancora quello da indossare al dito, dopo averlo cosparso di dentifricio. Attenzione a non usare quello che solitamente compriamo per noi: lo xilitolo e fluoro sono dannosi per i nostri amici a quattro zampe.

Un ultimo consiglio

Una piccola riflessione merita l’alimentazione, che è la migliore arma per prevenire l’insorgere di problemi dentali. Tra cibo secco e umido, il primo è di gran lunga preferibile: le crocchette infatti aiutano a mantenere puliti i denti perché non si depositano sul dente, ma scivolano sulla sua superficie. Nonostante la scelta del cibo secco però non potremo esimerci dalla pulizia dentale: quindi anche dopo la pappa di crocchette sarà necessario usare spazzolino e dentifricio per combattere il pericolo di placca.

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F.C.

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