I gatti hanno paura dell’acqua: o si tratta solo di una credenza senza fondamento: ecco qualche informazione al riguardo.

Spesso si ritiene comunemente che i felini non siano amanti dell’acqua. Nella maggior parte dei casi questa affermazione è vera, anche se esistono dei casi particolari. A seconda della personalità di ciascun gatto, ognuno tenderà a prediligere o meno il contatto con l’acqua. La credenza che i gatti abbiano paura dell’acqua in realtà dipende dalla loro origine, anche se proprio l’addomesticamento ha comportato un cambiamento nelle attitudini dei felini.
Perché si dice che il gatto ha paura dell’acqua?
Per natura i gatti non sono amanti dell’acqua. La convivenza con gli esseri umani e i secoli di addomesticamento hanno però determinato un cambiamento nelle abitudini dei felini domestici. Per questo motivo non è insolito che alcuni esemplari sopportino il contatto con l’acqua. La diffidenza dei gatti verso l’acqua ha dunque origini evolutive. Sulla base dell’addomesticamento, anche molte razze feline amano fare il bagno e sono attratti dall’acqua. L’avversione all’acqua nella maggior parte degli esemplari di gatto è un tratto ancestrale che può essere ricondotto alle radici selvatiche di questa specie.
La storia evolutiva del gatto domestico
L’origine del gatto domestico, o Felis catus, è invece più recente di quella dei cani. Pur risalendo a diversi milioni di anni fa in Africa e derivante dal risultato di un incrocio tra Felis Sylvestris e Felis Lybica, il primo incontro tra il gatto e l’uomo è avvenuto in Medio Oriente circa dieci mila anni fa; ma è solo in Egitto nel III millennio a.C. che nasce l’identità domestica del gatto. Tramite i contatti commerciali i gatti arrivarono in Grecia, per diffondersi poi in tutta Europa. Nonostante le antiche origini, l’addomesticamento vero e proprio del gatto è quindi piuttosto recente e risale a pochi secoli fa.

Il gatto selvatico africano (Felis lybica) viveva in luoghi aridi e semi-desertici, in cui le sorgenti erano poche e il bisogno di attraversare un fiume, un lago o una palude era raro. Il fatto poi che i corsi d’acqua possano nascondere numerose minacce è stato un’informazione trasmessa di generazione in generazione e passata dal gatto selvatico al contemporaneo felino domestico.
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Nonostante questa generale avversione per l’acqua, la maggior parte dei felini è capace di nuotare. Si tratta, infatti, di un riflesso spontaneo necessario alla salvezza. I felini nuotano muovendo le zampe in modo alternato e lasciando la testa completamente fuori dall’acqua. Il corpo abbastanza diritto e piatto e la rigidità mostrata sono testimonianza che il felino non si sente a suo agio in acqua come accade invece ad altri animali.

Alcune razze, per motivi legati alla loro evoluzione, hanno sviluppato un particolare legame con l’acqua. Le principali razze di gatti “nuotatori” sono il Turco Van, il Maine Coon, il Bengala. Il Turco Van è il gatto nuotatore per eccellenza, un felino molto atletico, attivo e curioso, che adora sia fare il bagnetto che giocare in acqua. Altra razza di gatto amante dell’acqua è il Maine Coon. Non è infrequente osservare questi esemplari mentre immergono le zampe nelle ciotole o giocano con i getti di piccole fontane d’acqua. I Maine Coone sono una delle razze di felini domestici dalle dimensioni maggiori. I gatti Maine Coone sono una delle razze più antiche del Nord America, originarie dello Stato del Maine. Questi quattro zampe sono animali estremamente socievoli e affettuosi, caratterizzati da una folta pelliccia che permette loro di sopravvivere alle fredde temperature dello stato americano.
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Per via delle grandi dimensioni, i Maine Coon possono essere soggetti a problemi di salute, tra cui la cardiomiopatia ipertrofica felina e la displasia dell’anca. Molto popolare alla fine del diciannovesimo secolo, questa razza è tornata in auge negli ultimi anni diventando la terza razza di gatto con pedigree più amata al mondo. Altra razza è il Bengala. Si tratta di gatti esploratori nati e amanti degli specchi d’acqua. Un Bengala può divertirsi a buttare in acqua oggetti e cercare di recuperarli. Per questi esemplari l’acqua può essere un mezzo per garantire stimoli mentali e fisici.

Anche se esistono gatti che amano l’acqua, sarà sicuramente un caso unico quello di un micetto che ama a tal punto il mare da aver imparato a “surfare” sulle onde delle Hawaii. Tutti i giorni, Hokule’a (questo il nome del quattro zampe), accompagna i suoi umani a fare surf e a nuotare nell’Oceano Pacifico.
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In genere, i felini domestici tendono a non assumere grandi quantità di acqua da bere al giorno. I gatti non hanno bisogno di bagni regolari come per i cani, dal momento che nella maggior parte dei casi si lavano e puliscono da soli. In alcune occasioni, però, è necessario fare un bagnetto al felino domestico nonostante il disappunto di quest’ultimo. (di Elisabetta Guglielmi)