L’ipoglicemia nel gatto: sintomi e rimedi da conoscere

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By Antonio Scaramozza

Salute dei Gatti

Non solo l’eccesso, ma anche la carenza di zuccheri può essere letale per il micio: ecco quali sono i sintomi e i rimedi dell’ipoglicemia nel gatto.

L'ipoglicemia nel gatto (Foto Adobe Stock)
L’ipoglicemia nel gatto (Foto Adobe Stock)

Una buona alimentazione è alla base del benessere del nostro animale domestico. Tanti sono gli aspetti da curare: dalle proteine alle vitamine, dai grassi ai carboidrati, ed ovviamente gli zuccheri. Ebbene, non è sufficiente che il micio non ne assuma troppi; è necessario altresì che ne assuma abbastanza. Il pericolo è che il gatto si ammali di ipoglicemia. Vediamo cosa occorre sapere a riguardo.

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Che cos’è l’ipoglicemia nel gatto

tumore della pelle nel gatto
Una delle possibili cause di ipoglicemia può essere il tumore al pancreas (Foto Pixabay)

L’ipoglicemia è una patologia che si manifesta quando il livello del glucosio nel sangue è eccessivamente basso. Si tratta di una condizione patologica potenzialmente letale per l’animale. Pur essendo particolarmente diffusa nei primi mesi di vita dei gattini, non è raro che colpisca anche gatti adulti.

Non è sufficiente diagnosticare la sola ipoglicemia: si tratta infatti di una patologia che molto spesso è semplicemente l’effetto di altre malattie, o comunque dipende da cause ben specifiche. Ecco quali sono le principali:

  • Dieta non adeguata
  • Digiuno eccessivamente prolungato, specie se prima di un grande sforzo fisico
  • Malattie epatiche
  • Tumore al pancreas
  • Insufficienza cardiaca
  • Insufficienza renale
  • Eccessiva somministrazione di insulina (ovviamente in gatti già diabetici)

I sintomi

gatto
Tra i vari sintomi dell’ipoglicemia c’è la debolezza del gatto(Foto Pixabay)

I sintomi dell’ipoglicemia possono essere diversi, a seconda della causa dalla quale dipende la malattia, l’età in cui si manifesta, e la velocità con cui si verifica l’abbassamento dei livelli minimi di glucosio nel sangue del gatto. Ecco di quali si tratta:

  • Inappetenza
  • Debolezza
  • Difficoltà di deambulazione
  • Convulsioni
  • Stress felino
  • Tremore muscolare
  • Dilatazione delle pupilli
  • Aritmia cardiaca

Ovviamente non è necessario che si presentino tutti i sintomi nello stesso momento. Per quanto la patologia sia la medesima, ogni gatto ha una situazione a sé stante, e pertanto potrà presentare solo determinati sintomi. Tra l’altro questi ultimi si manifestano soprattutto quando il glucosio nel sangue ha raggiunto una determinata soglia minima (normalmente al di sotto dei 50 mg/dl).

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Diagnosi e rimedi

Portare il gatto dal veterinario
Nel caso in cui il gatto manifesti dei sintomi riconducibili all’ipoglicemia, è sempre necessario rivolgersi al proprio veterinario di fiducia (Foto Adobe Stock)

In presenza di tali sintomi è necessario rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per accertare la reale causa del malessere del gatto. Per quanto appaia superfluo ribadirlo, è bene ricordare di non procedere mai a diagnosi fai da te. Per quanto riguarda invece la diagnosi, e il relativo trattamento, non è semplice sintetizzare i vari rimedi da seguire.

La ragione è molto semplice: come detto precedentemente, l’ipoglicemia nel gatto può dipendere da diverse patologie. E’ necessario dunque, una volta accertati i sintomi dell’ipoglicemia, capire da quale malattia è dipesa. Solo dopo sarà possibile agire in via specifica sulla situazione dell’animale.

Se la patologia dipende da una cattiva alimentazione del gatto, sarà necessario procedere all’elaborazione di un nuovo regime alimentare per l’animale. In questo caso, fino a che non si stabilizzi con la nuova dieta, potrebbe essere necessario somministrare degli integratori alimentari al gatto.

Laddove invece l’ipoglicemia sia dipendente da altre patologie (come detto ad esempio il tumore al pancreas, insufficienza renale o cardiaca) si agirà in via diretta su quest’ultime; la corretta cura dovrebbe far rientrare il problema dell’ipoglicemia. In ogni caso il professionista potrebbe prescrivere una cura apposita per il micio.

Antonio Scaramozza

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