Australia, la spettacolare migrazione dei granchi rossi: cosa sapere

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By Laura Bellucci

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Ogni anno, in Australia, si ripete un evento a dir poco straordinario: la migrazione di centinaia di migliaia di granchi rossi.

Migrazione dei granchi rossi
(Foto Facebook)

Sull’Isola di Natale, in Australia, nel periodo compreso tra ottobre e dicembre si verifica una migrazione di massa: milioni di granchi rossi attraversano tutto il Paese per giungere sulla costa e deporre le proprie uova. Scopriamo di più su questo affascinante fenomeno.

Granchio rosso: habitat, caratteristiche e curiosità

Il granchio rosso è una specie originaria dell’isola di Natale, una piccola isola australiana situata nel bel mezzo dell’Oceano Indiano.

Granchio
(Foto Canva)

Gli esemplari di questa specie sono di un colore rosso intenso. Le loro dimensioni risultano ragguardevoli: possono superare di larghezza e presentano chele enormi, sproporzionate rispetto al resto del corpo.

Si tratta di animali incredibilmente preziosi per l’equilibrio dell’habitat in cui vivono. Questi crostacei, infatti, svolgono una serie di importantissime azioni:

  • Smuovono il suolo con le loro chele;
  • Fertilizzano il terreno con i loro escrementi;
  • Consumano semi e germogli orientando la crescita della foresta.

Di cosa si nutrono i granchi rossi? Si tratta di animali prevalentemente erbivori, che sono soliti consumare foglie, frutti e semi. In alcuni, casi, tuttavia, possono mangiare anche chiocciole, uccelli e altri granchi morti.

La riproduzione del granchio rosso si svolge durante la stagione umida, che va da ottobre a dicembre: ecco come si svolge questo affascinante fenomeno.

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Australia: cosa sapere sulla la migrazione dei granchi rossi

Normalmente, questi animali vivono nella zona boscosa dell’isola di Natale. Tra il decimo e il dodicesimo mese dell’anno, tuttavia, i granchi rossi iniziano un’imponente migrazione per raggiungere le coste dell’Australia, dove riprodursi e deporre le proprie uova.

Per sostenere i ritmi sfiancati dello spostamento, l’organismo del granchio rilascia una sostanza nota come glucagone, che gli fornisce le energie per compiere la tratta di andata e ritorno.

La migrazione è guidata dai maschi, che vengono seguiti dalle femmine. I primi, subito dopo l’accoppiamento, fanno ritorno al loro insediamento; le seconde, invece, rimangono all’interno di buche scavate nella spiaggia per circa due settimane, durante le quali si occupano della cova delle uova.

Alla fine di questo processo, depongono le uova in mare. Si tratta di un numero impressionante: basti pensare, infatti, che ammonta a 100.000 per ogni esemplare.

Al contatto con l’acqua, le uova si schiudono. Non tutti i neonati riescono a sopravvivere: migliaia di loro, infatti, vengono divorati da mante e squali balena.

Quelli che ce la fanno, tornano a riva e attraversano alcune fasi di sviluppo della durata di circa un mese prima di diventare veri e propri granchi.

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Nonostante il numero di piccoli esemplari che riescono a riemergere dalle acque sia molto basso, la popolazione di granchi rossi è stabile e ben nutrita.

Per evitare di mettere in pericolo i granchi con l’attività umana, le autorità hanno ideato una serie di stratagemmi volti a favorire la migrazione degli animali in completa sicurezza.

Tra questi, ad esempio, rientrano l’uso di attraversamenti sopraelevati o tunnel sotterranei. Inoltre, spesso le strade più battute dai crostacei vengono chiuse al traffico per evitare investimenti e incidenti.

Non c’è dubbio: si tratta di un approccio rispettoso, basato sull’assunzione che queste straordinarie creature condividono con la nostra specie una porzione di mondo di cui non siamo padroni, ma ospiti.

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