Test di Campbell: come capire la personalità del cucciolo da adottare

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By Antonio Scaramozza

Cani, Curiosita

C’è un metodo per capire quale sarà la personalità del cucciolo che stiamo per adottare: si tratta del test di Campbell. Scopriamo di cosa si tratta.

Test di Campbell
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Una nuova adozione si presenta sempre come una scelta a scatola chiusa. In fondo non sappiamo nulla dell’amico a quattro zampe che avremo accanto per tutta la vita. In realtà, invece, esiste un test, detto di “Campbell” (dal nome del suo ideatore) pensato proprio per conoscere quella che sarà la futura personalità del cucciolo. Scopriamo in che cosa consiste.

La validità scientifica del metodo

L’inizio di un nuovo percorso insieme ad un cane è sempre costellato da vari dubbi iniziali: come sarà il carattere del mio cucciolo? Quanto sarà differente rispetto a quello del cane che ho avuto come compagno fino ad ora?
Il riflesso perineale nel cucciolo di cane
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Certo, si tratta di una scelta al buio, che può essere sì orientata da vari fattori (razza, età, volontà di adottare un cane dal canile), ma che nulla ci può dire sul carattere e l’indole del nostro amico a quattro zampe.
In realtà un metodo esiste: si tratta di un test inventato negli anni ’70 del ‘900 dallo psicologo statunitense William Edward Campbell (da cui prende il nome), che consente di scoprire in qualche minuto tutte le informazioni necessarie sulla personalità del cucciolo, aiutandoci a fare la scelta più giusta.
Il metodo ha un’indubbia efficacia, ma di certo non può fornire alcuna certezza, poiché andranno considerati altri fattori esterni che andranno ad incidere sulla formazione ed educazione del cane.

Test di Campbell: come metterlo in pratica

Il cucciolo va sottoposto al test di Campbell quando è in procinto di compiere i primi due mesi. L’obiettivo è quello di comprendere la personalità del piccolo quando ancora non sono intervenuti i fattori esterni succitati nel modificarla.

Riflesso di trasalimento nel cucciolo
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Il test consiste nel sottoporre il cucciolo a 5 brevi prove (della durata massima di 30 secondi) per valutarne la reazione. Ogni prova può essere realizzata una volta soltanto; ciò che conterà registrare è la reazione immediata del cucciolo.

La prove vanno effettuate in un ambiente chiuso, privo di stimoli che possano distrarre il cucciolo durante l’esecuzione delle stesse, e in cui non sia presenti persone a lui conosciute; detto in altri termini, il test di Campbell dovrà essere svolto da un estraneo.

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É altresì molto importante ricordare di non interagire verbalmente con il piccolo; tutto ciò che occorre fare è mettere in pratica le prove.

Dopo ognuna di esse andrà registrata la reazione del cucciolo in una scala di valori che va dal “molto dominante” all'”inibito”.

Ecco in cosa consistono le 5 prove:

  1. Chinarsi a terra e chiamare a sé il cucciolo battendo le mani;
  2. Allontanarsi dal cucciolo per verificare se ci segue ed in che modo;
  3. Porre il cucciolo con il dorso a terra e poggiargli una mano sul petto per verificarne la reazione;
  4. Accarezzare il cucciolo per vedere come reagisce;
  5. Afferrare il cucciolo con le mani poste sul suo ventre e sollevarlo da terra di circa 20 centimetri per i secondi previsti.

Ebbene, laddove il cucciolo reagisca con veemenza ed energia ad ognuna delle prove, sarà classificabile come dominante; se a tale reazione si aggiunge anche quella di cercare di mordicchiare mani e piedi, allora da adulto sarà molto dominante.

Al contrario il cucciolo che esita ad ogni prova sarà molto sottomesso; se la paura prende il sopravvento allora parleremo di cane inibito.

Nella scala di valori previsti dal test di Campbell, dunque, il cane più equilibrato è quello sottomesso. La scelta più adatta dipenderà anche dal tipo di cane che vorrete, anche in base alle esigenze che eventualmente vorreste soddisfare.

Laddove il cane risponda con risultati differenti alle varie prove si potrà ripetere il test in un nuovo ambiente, sconosciuto al cucciolo. Se i risultati si ripetono, abbiamo di fronte un cane che può reagire differentemente ai vari stimoli della realtà esterna; pertanto avrà bisogno di un percorso educativo specifico.

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Antonio Scaramozza

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