Gli archeologi hanno rinvenuto un fossile davvero particolare: si trattava di un animale che abitava gli oceani oltre 85milioni di anni fa.

Gli oceani occupano il 70% della superficie totale della Terra e più del 90% dello spazio vitale del pianeta. Anche se gli esseri umani hanno colonizzato ormai tutti i continenti, la maggior parte degli oceani è ancora inesplorata. Si stima che solo il 5% del fondo oceanico sia stato studiato, mentre sul restante 95% aleggia il mistero. Per sopperire a queste lacune si potrà fare ricorso alla paleontologia. Un segreto nascosto sui fondali marini per milioni di anni è stato portato alla luce proprio dai paleontologi, che hanno rinvenuto i resti di un mostro marino gigantesco, un predatore che abitava gli oceani 85 milioni di anni fa.
La scoperta del fossile di una creatura marina che abitava gli oceani 85 milioni di anni fa
Decenni fa gli studiosi hanno rinvenuto alcuni fossili sulle rive del fiume Puntledge a Vancouver, in Canada. Questi appartenevano a un rettile marino vissuto 85 milioni di anni fa, ma alcune loro caratteristiche hanno lasciato stupiti i paleontologi per molti anni. Poco tempo fa è stato possibile ricondurre quelle ossa al loro proprietario: un Traskasaura sandrae. Il primo fossile di traskasaura è apparso nel 1988 grazie a una coppia appassionata di paleontologia, Michael e Heather Trask. La scelta del nome Traskasaura sandrae rende omaggio ai primi scopritori e a Sandra Lee O’Keefe, una persona vicina al team di ricercatori.

Il Traskasaura sandrae era un rettile dalle caratteristiche uniche. A stupire sono state soprattutto le dimensioni del fossile di ben 12 metri.Il Traskasaura sandrae è stato descritto nel Journal of Systematic Palaeontology come un animale la cui lunghezza superava la decina di metri, con un collo composto da oltre 50 vertebre e una mascella estremamente potente. È considerato un elasmosauride, ma non era un predatore le cui abitudini di caccia erano sorprendenti. Secondo gli studiosi, questo animale, invece di attaccare dal basso come la maggior parte dei rettili marini, scendeva dall’alto quasi fosse una sorta di “falco acquatico”. Si tratta di una strategia che non era mai stata documentata.
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Lo scheletro parziale eroso dal tempo, rinvenuto alla fine degli anni Ottanta, era stato trasferito al Museo di Courtenay. Per anni non è stato possibile classificarlo, fino a quando sono apparsi due nuovi reperti fossili che hanno permesso di fare nuova luce sull’animale in questione. Il primo fossile rinvenuto apparteneva a un esemplare giovane, mentre il secondo era un omero isolato. Confrontando i tre fossili (il primo del 1988, quello dell’esemplare giovane e l’omero) è stato possibile identificare un nuovo genere.

Lo studio condotto da O’Keefe ha evidenziato che alcune specie dell’emisfero meridionale, come gli aristonectini dell’Antartide, presentano somiglianze dovute però a un’evoluzione convergente. Questo gigantesco rettile di 85 milioni di anni era caratterizzato da pinne che ricordavano le ali di un aereo capovolto, funzionali proprio alla strategia di caccia prima descritta. I fossili studiati provengono dalla Formazione Haslam, un’unità geologica dell’isola di Vancouver. In questo luogo sono presenti altri elasmosauridi, ma nessuno dotato delle caratteristiche dell’animale studiato.
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Altre recenti scoperte di predatori vissuti milioni di anni fa provengono dal Sud America. Per 237 milioni di anni è rimasto sepolto sotto la terra, celando agli esseri umani l’esistenza di un predatore più antico dei dinosauri e dalle sembianze di un coccodrillo. Il divario di 237 milioni di anni è stato cancellato grazie alle campagne di scavo condotte in Brasile. Una spedizione di ricercatori ha rinvenuto infatti il fossile di un antichissimo predatore appartenente a una specie prima sconosciuta, il Parvosuchus aurelioi. A riportare i risultati della scoperta è la rivista «Scientific Reports».

La nuova specie scoperta risale al periodo del Triassico medio-tardo, circa 237 milioni di anni fa. Si tratta di un rettile predatore appartenente al gruppo dei Gracilisuchidae, finora individuato solo in Cina e in Argentina. Sulla rivista «Scientific Reports» il 20 giugno 2024 è stato pubblicato lo studio intitolato A new small-sized predatory pseudosuchian archosaur from the Middle-Late Triassic of Southern Brazil. Gli pseudosuchia sono gli antenati degli odierni coccodrilli, comparsi circa 90 milioni di anni fa nel Cretaceo superiore. Gli pseudochia, prima dell’avvento dei dinosauri e degli pterosauri, dominavano gli ecosistemi terrestri del Triassico. L’autore dello studio è Rodrigo T. Müller, ricercatore presso il Dipartimento di Biologia della Universidad Federal de Santa Maria.
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Lo scheletro parziale ritrovato comprende il cranio completo, lungo 14,4 cm di compresa la mascella inferiore con denti appuntiti curvati all’indietro, e 11 vertebre dorsali, una parte di bacino e alcune porzioni di arti. Nello studio viene descritto come il «primo Gracilisuchide inequivocabilmente proveniente dal Brasile». Si stima che l’esemplare fosse lungo meno di un metro. Il ritrovamento del fossile di Parvosuchus aurelioi in Brasile rappresenta un’importantissima scoperta che consentirà ai paleontologi di fare luce su queste specie di predatori su cui c’è ancora tanto da scoprire. (di Elisabetta Guglielmi)