Il gatto può mangiare l’aragosta? Pro e contro di questo alimento

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By Antonio Scaramozza

Alimentazione Gatti

Tra i vari crostacei che il gatto può mangiare, rientra anche l’aragosta? Scopriamolo insieme in questo articolo, valutando pro e contro dell’alimento.

Il gatto può mangiare l'aragosta?
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I gatti, si sa, sono ghiotti di pesce; ma allo stesso modo sembrano adorare i crostacei. Tra gli alimenti che compongono l’ultima categoria, il gatto può mangiare l’aragosta? E se sì, come? Scopriamolo insieme in questo articolo, analizzando gli eventuali vantaggi e svantaggi legati al consumo di questo cibo.

L’aragosta nella dieta del gatto

Il proprietario di un animale domestico deve avere particolare attenzione nel curarne la dieta.

gatto si lecca i baffi
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Il gatto non fa eccezione; anzi, se vogliamo, richiede ancora più concentrazione. Il piccolo felino ha ereditato le abitudini alimentari dei suoi progenitori in natura; quando, da cacciatore, doveva badare ai propri bisogni.

Pertanto l’animale predilige tanti piccoli pasti nel corso della giornata, e sempre freschi. É noto che il felino possa mangiare il pesce ed i crostacei. Ma quanto? E quali? Ad esempio, tra i crostacei che il gatto può mangiare, rientra anche l’aragosta?

La risposta è assolutamente positiva: il piccolo felino può essere nutrito con il crostaceo, che presenta diverse sostanze benefiche per il suo organismo. Un esempio è l’Omega-3: per il nostro gatto è un toccasana per articolazioni, cuore, pelle e pelo.

I benefici concernono anche il sistema immunitario, che l’alimento, purché nelle giuste proporzioni, contribuisce a rafforzare.

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Alcuni consigli utili

Veniamo, tuttavia, alle note dolenti, ovvero gli svantaggi che sono legati al consumo di questo alimento da parte del felino.

vongole al gatto
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La maggior parte di essi non sono insiti al cibo, ma derivano dalla modalità di somministrazione. Cominciamo dal fatto che l’aragosta deve essere cotta: per quanto per il felino il crostaceo crudo sia una prelibatezza, la cottura lo depura da batteri deleteri per il suo organismo.

É quasi superfluo aggiungere, ovviamente, che l’alimento va ripulito della sua corazza; anche un piccolo pezzo della stessa potrebbe provocare il soffocamento del felino.

Passiamo alle proprietà nutritive dell’alimento. L’aragosta non è nutrizionalmente completa per il gatto, e dunque non può entrare a far parte del suo menù in pianta stabile. Di norma, dato anche il costo dell’alimento, il problema non dovrebbe porsi. Tuttavia va specificato che il gatto era e rimane un carnivoro obbligato.

Il piccolo felino ha bisogno di determinate sostanze che solo la carne è in grado di assicurargli in modo esaustivo: l’importanza della taurina nel gatto è più che assodata. Pertanto l’alimento va dato in piccole dosi, saltuariamente, nel corso di uno spuntino.

L’aragosta, con la cottura perde alcune delle sostanze nutritive che di norma offre; ma come visto per i motivi suddetti, il gatto non la può mangiare cruda.

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Inoltre il consumo abituale dell’alimento potrebbe essere deleterio, a lungo termine, per un ulteriore motivo: i gatti rispetto agli esseri umani sarebbero più inclini all’accumulo di metalli pesanti presenti nei crostacei a causa dell’inquinamento delle acque marine; anche se quest’ultimo punto non è una verità pacifica nella letteratura veterinaria.

Infine, un suggerimento utile per tutte le stagioni: prima di far provare al gatto un alimento nuovo, si può sempre chiedere consiglio al proprio veterinario di fiducia

Antonio Scaramozza

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